ALFA DI PICCO
Bertone
15 luglio 2024 - Scritto da Virgiliu Andone

La Carrozzeria Bertone nasce nel 1912, a Torino. Il fondatore Giovanni Bertone si fece conoscere inizialmente costruendo carrozze a cavalli, ma non volle rimanere indietro quando il nuovo concetto di automobile prese piede. Suo figlio, Nuccio Bertone, entrò in azienda nel 1933 e si appassionò alle corse automobilistiche, che lo costrinsero a partecipare ad alcune competizioni, tra cui la Mille Miglia, naturalmente a bordo di una barchetta preparata in casa.

Nuccio non era un designer, ma possedeva uno degli occhi più acuti del settore. Era in grado di riconoscere un grande design quando lo vedeva ed era anche un genio nel reclutare i migliori designer per lavorare per lui. Lo stilista toscano Franco Scaglione ha infranto i limiti dell'immaginazione con i suoi concetti B.A.T., costringendo di fatto l'Alfa Romeo ad avvalersi dei suoi servizi e, più tardi, Marcelo Gandini ha messo la Carrozzeria Bertone in prima linea nella rivoluzione dei cunei con il suo lavoro iconico per la Lamborghini, regalandoci la Marzal, la Countach e l'Espada, solo per citarne alcune. Gandini, naturalmente, non era nuovo alla creazione di cunei Alfa, come la Carabo e la Montreal. Scaglione e Gandini sono entrambi saldamente nel pantheon dei designer, ma l'unica persona che è ampiamente considerata migliore di questa formidabile coppia è Giorgetto Giugiaro. Anche lui ha iniziato la sua carriera lavorando per Nuccio nella fabbrica di Grugliasco.

I primi progetti di Giorgetto Giugiaro alla Bertone furono un paio di GT, lo stile di cui era maggiormente esperto all'epoca. Una di queste era la britannica Gordon-Keeble e la seconda l'Alfa Romeo 2000 Sprint. L'influenza di quest'ultima si sarebbe rivelata decisiva nel plasmare la sua più grande interpretazione del tema delle Gran Turismo italiane per il marchio milanese. La carrozzeria che i restomoders britannici erano così ispirati da lasciare praticamente inalterata fu il luogo in cui Giugiaro realizzò uno dei suoi capolavori.

Rispetto alla Sprint del 2000, la Tipo 105 coupé era più piccola, più affilata e molto meglio risolta nella parte posteriore. È sparita la coda di ispirazione scaglionistica che richiamava la Sprint Speciale, sostituita da un posteriore ampio e muscoloso, con una rientranza concava che ospita le due luci posteriori orizzontali. La tensione superficiale più rigida si presta bene ad alcune linee di chiusura angolari e nitide, che si combinano con un effetto ammirevole nell'elemento più distintivo della vettura, il muso a gradino. Chiamato affettuosamente scalino, questo dettaglio diventerà il soprannome della prima e più desiderabile serie della Tipo 105 coupé. Posto appena sopra i fari, in origine doveva essere un'apertura per il raffreddamento del motore, ma alla fine fu bloccato perché ritenuto superfluo.
Le versioni da corsa sono anche quelle che hanno conferito all'auto il suo aspetto migliore, con le ruote più larghe e l'assetto ribassato che ancora oggi fanno tremare le ginocchia agli spettatori. Ed è proprio una di queste auto che abbiamo portato sulla splendida spiaggia di Zandvoort per onorare l'eredità di Bertone.
